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sabato 3 gennaio 2015

London: too many people!

E così stasera mi trovo a scrivere di te, chiusa in camera, sul letto di una stanza che non è la mia, sotto le coperte, a fare un mini reso di questi giorni insieme, dove tu sei stata la mia città, cara Londra. Quando non ti conoscevo ti sognavo, credevo che la mia vita, un giorno, poteva essere qui, con te, nella city, io tu e la regina, col nostro tea, con il freddo e con l'ora sempre esatta. Arrivò il giorno in cui chiusi le valigie e scelsi dove andare: Inghilterra. Scelta ovvia, amavo questa nazione da quando l'ho scoperta, amo l'inglese, amo la cultura anglosassone e tutte quelle cose inutili come il maglioncino di natale con le lucine vere che si accendono e spengono a ritmo di musichette improponibili o peggio il frontino con tanto di corna di renna da sfoggiare nel periodo di natale, amo il freddo e poi, volevo vederti. E alla fine ci sono riuscita. Il nostro primo incontro, lo ricorderai bene, fu toccata e fuga e il feeling non scattò, anzi. Così sono ritornata qui da te, con la voglia di ricredermi e di rivalutarti, ma due settimane non sono bastate per apprezzarti come da sempre avrei invece creduto di poter fare. Londra mia, ad essere bella sei bella, non posso negarlo, sarei blasfema, ma cacchio, signora mia, sei troppo! Troppo grande, troppi mezzi solo per fare mezza passeggiata, troppo cara, troppi negozi, troppa gente, troppi turisti, troppi italiani, troppi maleducati, troppo alcool, troppo freddo senza neve, troppe luci, troppo traffico, troppi rumori, troppe regole, troppi divieti, troppo questo troppo quello, tu sei troppo.
Io non amo le grandi città perché non amo il traffico, non amo il caos, non amo la gente. E qui c'è troppo di tutto questo. La cosa che più ho detestato, la cosa che mi ha portato a capire che sei bella se vista in cartolina e che magari ti apprezzerò in un'altra vita è stata la gente. Troppa. Tanta, troppa gente. Per lo più turisti, la peggio specie. Spagnoli che drinkano a destra e sinistra. Italiani che in Italia si lamentano della crisi e qui spendono e spandono negli stessi identici negozi che abbiamo anche a casa nostra. Giapponesi che fanno foto a tutto, persino ai piccioni che cagano. Bambini che urlano e sono tanti, troppi. Troppi carrozzini. Troppi ineducati con cento buste e borse che ti travolgono e non si voltano nemmeno per chiederti scusa. Sono davvero delusa. Londra bella non mi piaci. Non mi piacciono i tuoi ritmi, il tuo caos, i tuoi tempi. Non mi piace svegliarmi alle nove per poter incontrare le mie amiche a mezzogiorno. Non mi piace dover pagare una sterlina e cinquanta solo per fare due fermate col bus. Non mi piace pagare la pizza più economica 12 sterline. Non mi piace che arrivo qui e non trovo gli inglesi ma i miei connazionali. Non ho nulla contro la mia gente, ma sono in Inghilterra, sono nella capitale, perchè in giro si parla solo italiano? Perché la tipa del pub è di Cerignola e quello del McDonald's è di Andria e non ho trovato invece la ragazza di Londra e il ragazzo di York? Ma che problemi hai? E perché non hai le birre senza glutine nei locali ma hai il fish end chips per vegetariani fatto senza fish? Sei strana Londra, sei davvero strana. Hai le volpi in città e pochi scoiattoli e quelli che ci sono sono obesi perché i turisti gli ingozzano di cibo. Ho visto piccioni grandi come polli per tutto il cibo che mangiano. Ho visto i gabbiani in piazza e tu manco hai il mare. ma davvero, cosa è successo? Cosa mi sono persa?
Sono stati giorni meravigliosi perché ho incontrato gente, fatto nuove amicizie, ho rivisto il mio amico Jacopo, ho avuto la fortuna di non incontrare la pioggia quando sono uscita ma nemmeno la neve quando la cercavo. La famiglia che ci ha ospitato mi ha fatto conoscere il tuo cibo, british food, ho apprezzato le copertine nei pub e ristoranti greci, ma torno a dirlo: non sei la città che mi aspettavo, non sei la Londra che fa per me.
Felice, mi secca dirlo ancora, di poter finalmente tornare a casa! Domani, a quest'ora, sarà pure che avrò meno tre gradi, sarà pure che non ci sarà la Regina, sarà che non potrò più parlare italiano, ma sarò in una città che mi ha davvero emozionato e della quale, per ora, sono perdutamente innamorata. Non me ne vogliano i fans della city, anzi, siate felici, la lascio a voi, io ho la mia Birmingham, con il suo accento improponibile, con il suo freddo, senza metro, ma semplice, educata e senza stress.


Take Care!

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