Riportatemi a casa!
Diario di una ragazza che ha imparato a non smettere mai di credere nei suoi sogni e che passo dopo passo vuol farli diventare la sua realtà.
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domenica 28 dicembre 2014
Birmingham I miss u
Questa Londra porta male. Gli dei dell'Olimpo hanno deciso che tra me e questa città non s'adda fare. Non c'è feeling. Ieri ero super felice di uscire finalmente, andare in zona uno, incontrare due povere au pair come me che sono qui a Londra e fare un felice e allegro giro spensierato da allegra turista in felice compagnia. I trasporti qui a Londra funzionano benissimo. Vedrai, devi prendere più mezzi ma sarà tutto semplice, non puoi perderti. Prendere la metro qui è semplicissimo, dicevano. Vedrai, sarà un gioco da ragazzi. Il piffero. Esco di casa, dicevano facesse freddo, ma questi poveri miseri londinesi non conoscono il vero freddo dell'est, il freddo che solo noi a Birmingham possiamo avere. Esco di casa stile omino della Michelin per deridermi da sola in quanto non faceva affatto freddo o almeno, non quel freddo a cui purtroppo ho dovuto abituarmi da due mesi a questa parte. Direzione fermata del bus. Uno ogni dieci minuti, tutto regolare, come da noi. Se non fosse che nel Midland se non hai la carta trasporti puoi serenamente e tranquillamente e senza problemi fare il biglietto a bordo, che stiamo parlando di un bus o di un tram, fa lo stesso. Qui no. Devi avere la carta per i trasporti con dentro i soldoni se vuoi circolare, se no ti attacchi. E così la famiglia del Mulino nero - per ovvi motivi non è bianco - mi ha dato la tessera con appena i soldi per il bus. Salgo e prendo posto. Scendo alla fermata della mia metro. Tutto sembrava sereno. Prendo da Morden la linea nera, chiedo informazioni all'allegro operaio del punto informazioni della metro stessa che mi dice di stare sulla linea 2 per poter andare dove devo andare. Mi fido di lui. Pessimo errore. La metro fa tutt'altro giro e così cambio la linea nera con la marrone per poi prendere la rossa e finalmente arrivare persino puntuale in zona uno al punto d'incontro con le altre due ragazze. Esco dalla metro e ... Sono tutti italiani. E quando dico tutti, intendo proprio tutti. Quindi no, non è una leggenda metropolitana, a Londra troverete gli italiani. Dopo due mesi in cui solo su Skype sentivo la mia lingua, adesso sono circondata. Raggiungo le altre ragazze e andiamo allegramente a pranzo, è mezzogiorno passato ormai, anche se tutte siamo uscite di casa per incontrarci alle dieci e mezza, fate un po' voi. Pizza italiana presa dai Fratelli la Bufala, pagata troppo come pagate troppo anche le birre, ma siamo a Londra, siamo in vacanza, siamo felici e lo facciamo. Shopping in negozi superaffollati - da italiani, ovviamente - con gente che ha trecento buste strapiene di cose e poi mi vengono a parlare di crisi. Felici per il Boxing day anche noi compriamo, io sono al settimo se non ottavo o nono cielo: ho finalmente comprato le Dr Martines! Mi commuovo solo a pensarci. Pagate pochissimo, vi presenterò le mie bambine quanto prima. Giro turistico in cui non vediamo nulla perché inizia a fare freddo e io ho la nausea per la troppa gente che c'è, non riesci a fare un passo, tutti che ti urtano, ovviamente sono tutti turisti, tutti che vanno di corsa che nemmeno ti chiedono scusa nonostante stavano lì per amputarti un braccio con le loro trecento buste. Voglio solo scappare. Così tra una chiacchiera e l'altra e un menu al Burger King (fighissimo che ti danno il bicchiere e puoi andare a riempirtelo tu con quello che vuoi, anche 800 volte) si fanno le nove e ci salutiamo e prego in aramaico che la metro mi riporti a casa presto. Arriva dopo 10 minuti, questa volta non chiedo informazioni, faccio da me, un solo cambio e sono in zona mia, zona 4, sono a Morden. Aspetto il bus e sono ormai le dieci e mezza e il bus arriva alle undici meno dieci, io sono un polaretto, salgo che tremo e ho le mani e le gambe immobilizzate, mi siedo e .. si spengono le luci. Credevo fosse un bus relax che ti da il servizio pennichela e invece l'autista ci invita a scendere perché il mezzo è rotto. Che città di merda. Altri venti minuti e prendo il successivo e col piffero che ripasso la tessera per farmi scalare altri soldi. Arrivo a casa che è mezzanotte ormai, sono stanca morta ma la mia Jessy mi attende sveglia, vuole parlare, vedere le mie nuove scarpe e poi arriva la tragedia.. il mio piccolo ometto non sta bene, finisce in ospedale, io resto a casa con la piccola che tra le mie braccia divora un sonno profondo dall'una e mezza di sera a stamattina alle dieci e mezza. Il mio ometto sta bene, domani torna a casa e continueremo la nostra allegra settimana in questa città che non vedo l'ora di salutare.
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