Oggi sono stata all'Odeon con il mio piccolo ometto a vedere un film d'animazione: The Penguins of Madagascar. Film per bambini, non certo all'altezza del precedente Paddington, ma fatto davvero bene. Una grafica mozzafiato. Sarà questo benedetto digitale, sarà che la grafica è migliorata, ma gli effetti erano qualcosa da rimanerci secchi. Il pelo dei pinguini sembrava vero! Sono cose che mi affascinano, ero più contente io del piccolo Tim. Che poi qui la multisala è tutta un'altra storia. Da noi sono posti caotici dove c'è confusione a qualsiasi ora, con le ragazze che lavorano poverine che sono stremate (come lo ero io), con la gente che fa file chilometriche per i biglietti, le sale enormi ma che peccano di audio e cento altre cose. Qui invece regna la calma. Puoi farti il biglietto anche da solo, alle macchinette, scegli film, orario, posto in sala e finisce la storia, senza pagare supplementi o cose simili come accade da noi se prenoti online i tuoi posti, almeno nella mia città. Se invece non hai la minima voglia di tirar fuori dalla giacca il tuo ditino per scegliere tutto tramite questi distributori, sali al secondo piano e vai direttamente al bar. Esatto. Lì dove puoi comprare i menu pop corn o cento altre schifezze varie puoi anche fare i biglietti e i ragazzi sono sereni, calmi, sorridenti, che sembrano finti o così super pagati da lavorare con amore e grazia. E ti fanno scegliere il tuo posto, anche se è domenica. E il biglietto non costa di più degli altri giorni. Adoro tutto. La gente è serena, calma, zero file chilometriche, addirittura la merce è esposta tipo scaffali che tu puoi scegliere, prendere e pagare in cassa. Se lo facessero da me, andrebbero a perderci. Molti si riempirebbero le tasche o peggio le borse e andrebbero anche via. Qui invece c'è la fiducia verso il prossimo, c'è l'educazione, il rispetto, ci sono le regole. E sono queste le cose che mi fanno sentire male. Ieri a Birmingham ho visto l'università. Solo vederla da fuori ti metteva voglia di andarci. Sale immense dove i ragazzi studiano, ma con piacere. Sale di registrazione enormi, con microfoni veri, sale per l'audio, il video, per chi suona, per chi studia cinema, per chi studia canto... Tutto meraviglioso. Ne sono uscita più innamorata di prima. Ma con la tristezza nel cuore. Perché è triste dover andare fuori per vedere come funziona il mondo, per capire che ci sono tante cose belle. Mi dispiace dover dire che mi sembra di aver perso solo tanto tempo chiusa nelle quattro mura della mia città del sud che non offre proprio nulla. E sono anche più triste nel pensare che in generale, anche se fossi andata via da Foggia per andare in un'altra città d'Italia, non avrei mai avuto le stesse emozioni, gioie e soddisfazioni che ho qui. Non avrei certo trovato persone che ti offrono passaggi solo perché capiscono che sei in difficoltà, nessuno avrebbe tenuto in tasca la carta della caramella per mesi pur di non gettarla a terra, nessun ragazzo in ritardo per andare a lavoro si sarebbe fermato per darti con calma delle indicazioni. Qui sembra davvero il paese dei balocchi e rattrista solo pensare che per amare un posto e vivere sereni bisogna andare così lontano da casa...
Diario di una ragazza che ha imparato a non smettere mai di credere nei suoi sogni e che passo dopo passo vuol farli diventare la sua realtà.
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domenica 7 dicembre 2014
Cinema, che passione!
Il cinema è sempre stata una delle mie passioni e quando dico "il cinema" intendo tutta la macchina che gira intorno. Dall'andare in multisala a vedere un film al semplice scegliere un film da vedere la domenica sera a casa a tutto il resto quale può essere il fatto stesso di vivere una multisala. Perché per ben tre anni la multisala della mia città è stata un po' casa mia. Lavoravo 6 giorni su 7 in media sulle 30/40 ore la settimana, dipendeva dai periodi e facendo spesso apertura e chiusura entrare alle 15 in quel posto ed uscirne stanca morta alle 23 è stato davvero come viverci. Non era il lavoro della vita, guadagnavo una miseria e mi stressavo tantissimo, ma mi piaceva. Mi piaceva inserire la programmazione, compilare i programmini per le case di produzione, mi piaceva consigliare la gente su quale film vedere, mi incuriosiva tutto e mi affascinava ogni cosa. Salire in proiezione fu il top per me. Quando ancora avevamo le pellicole. Perché col passaggio al digitale non c'è molto da fare, azioni un bottone e tutto fila liscio. Sarà che è migliorato per chi guarda. Andare adesso al cinema è tutta un'altra cosa, con il digitale.
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