Diario di una ragazza che ha imparato a non smettere mai di credere nei suoi sogni e che passo dopo passo vuol farli diventare la sua realtà.
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mercoledì 10 dicembre 2014
Riflessioni mattutine
Una volta che entri nel meccanismo, ti piace pure! Ormai sono qui da quasi un mese e mezzo e oramai mi è ben chiaro quali sono i miei compiti, diritti e doveri e anche se ogni giorno mi sembra sempre un test, anche se ogni mattina non so mai se la giornata andrà bene o male, se saprò come comportarmi etc, ormai ci sono. A poco a poco sto entrando nel ritmo della quotidianità e se solo mi entrasse in testa che devo vivermela al 100% come una di famiglia perché ormai è quello che sono, cerco sempre di ricordarmi che sono un au pair, che ho dei compiti, in un certo senso che sono qui per "lavorare". Ma così non è. Non riesci più a distinguere i momenti "lavoro" da quelli di "vita comune", io non riesco più a vederla e viverla come un lavoro, non riesco più a stare lì a dirmi "no questo non è compito mio, no questa cosa non la faccio" etc. Anche perché loro mi trattano davvero come una di loro, la mamma sopratutto. Lei è la persona più speciale che potessi mai incontrare. Mi chiede consigli sui figli, sui regali per loro, persino la decisione se mandarla o meno al nido e in quale spetta quasi a me! Siamo sorelle, amiche, parenti.. Tutto. Adoro come mi fa sentire. Sono stata molto fortunata. Non è esigente, non controlla mai se ho stirato i vestiti dei bimbi, non mi dice quando e come fare le cose, non si lamenta di nulla, non mi controlla, non mi chiede mai dove passo il mio tempo libero, si fida, si fida ciecamente di me e sa che sono una brava persona che sta vivendo questa cosa con amore e serenità. Pensate che domenica, nonostante fosse il mio giorno libero, sono rimasta a casa con lei e i bimbi, perché avevo piacere, dopo una settimana di "lavoro" a vivermi la "mia" famiglia. Tant'è che sono andata al cinema con il bimbo. Alla fine c'era un freddo che ti gelava anche le ossa, non sapevo che fare, il cinema mi piace e allora.., via! E lei ovviamente ha pagato per noi. Ma si fida così tanto che mi ha lasciato la sua carta di credito più importante (perché qui hanno conti aperti ovunque e carte differenti per ogni cosa, assurdo) con tanto di pin e mi ha detto "vai, questo è il codice, paga con la carta". Arrivati a questo punto, sono a casa. Sto iniziando a vivermela come una di loro, più serena, tranquilla, senza pensare che quella cosa va fatta che questo è un mio compito e questo no, vivo con naturalezza e semplicità ogni giorno con loro. Oggi c'è il papà in casa, ha accompagnato lui Tim, così, mentre la piccola è uscita con la mamma per andare al nido, io mi godo la casa. Ho fatto la mia seconda colazione, ho sistemato il mio bagno, aggiornato il blog e adesso mi godo la pace e il relax di una ragazza che si sta abituando ad una nuova vita, innamorata della sua nuova casa, della sua nuova città, ma soprattutto di questa famiglia così speciale e che tanto mi fa sentire veramente a casa.
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