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domenica 24 marzo 2019

Perdersi per ritrovarsi

Ultimamente la voglia di viaggiare mi sta invadendo. Sarà che da quando mi sono trasferita qui ad Edimburgo, perdendo un po' gli amici ed i miei contatti, combattendo con la solitudine e cambiando lavoro, non ho poi avuto così modo di viaggiare. Sarà anche che sono stata presa dal corso degli eventi, da questa vita che sempre mi sorprende. Sarà pure che tra una cosa e l'altra, tra un cambiamento e l'altro, tra una sfiga e l'altra, non ho poi avuto così tanto modo di pensare ai viaggi, alle cose che mi fanno stare bene e, ammettiamolo a me stessa. Certe volte gurdo i miei post su Instagram, rivedo le foto sul mio iPhone, guardo i miei stessi video su YouTube e mi stupisco da sola. Mi ricordo quante cose ho fatto, mi complimento con me stessa per aver fatto questo, detto quello, per non aver mostrato quel lato lì e aver fatto uscire questo qui, per aver detto quella cosa in quel momento e per averla detta bene e per averla poi espressa così. Vedo le foto sul mio iPhone nella stessa data magari di un post su Instagram o di un video sul canale e mi chiedo come sia possibile che in uno stesso giorno, in sole 24 ore io possa essere passata dalla persona positiva che trasmette voglia di vivere a quella stanca della routine e vogliosa di cambiamento alla ragazza che posta foto di cibo. Proprio vero. Siamo uno, nessuno e centomila. E in un giorno solo possiamo essere ben quattro stagioni. Possiamo far piovere e nevicare e far uscire un sole unico. Siamo davvero delle potenze. Penso a quante volte mi svegliavo la mattina, i primi mesi ad Edimburgo, ed ero già stanca. Stanca di non avere la mia amica Shannon dopo il lavoro per un tea, stanca di non avere la mia collega e amica Melanie a lavoro ad aspettarmi per colazione, stanca di uscire di casa da sola e rientrare ancora più sola. E penso a quante volte il lavoro qui ad Edimburgo sia stato la mia unica forza. Quei nuovi colleghi che tanto stimavano la ragazza da Birmingham e che silneziosi, si accorgevano di quanto sola mi sentissi e hanno sempre fatto del loro meglio per farmi sentire di nuovo a casa, in una casa nuova, fatta di nuovi inquilini, ma pur sempre un buon posto dove passare del tempo. Felipe, un ragazzo di soli 19 anni che aveva la maturità ed esperienze di vita che nemmeno io a 29. Itsaso che ha saputo essere l'amica e la collega giusta. Kim che mi ha fatto vedere chi sono e dove volevo arrivare. E poi Chiara che quando è arrivata mi ha portato quel cambiamento che aspettavo e con lei sono arrivati i viaggi. Berlino. La grande Bologna, come l'abbiamo definita insieme. Berlino, per me e Chiara, è stata una grande delusione, un grande carboidrato, la grande Bologna fatta di gente più tossica e piena di paura. Mi ricordo quella notte che siamo finite al festival delle culture. E noi "veniamo" dal Regno Unito, dove tutto segue le regole e dove, specie ad Edimburgo, ti senti sempre sicuro, anche in mezzo ad una manifestazione con miliardi di persone. Arriviamo a questo festival e restiamo pietrificate dal primo momento. Gente che si spinge, polizia che arresta a destra e sinistra, gente che si picchia, ragazzini strafatti che ridono come se stessero ad Amsterdam e l'idea di quella Berlino dove tutto funziona e dove tutto è più controllato che nel resto d'Europa svanisce. Ricordo che siamo letteralmente scappate quando abbiamo visto la polizia arrivare a fiumi, piena di armi ed in corsa verso non sappiamo ancora chi o cosa. Giuro che non sto esagerando! E siamo finite a perderci nei quartieri di Berlino, la grande Bologna, il carboidrato. Abbiamo evitato appositamente le zone turistiche perchè volevamo vedere la vera Berlin, volevamo la nostra idea della città tedesca, non quella che deve passare per forza per tutti i turisti. E ricordo quando siamo finite nel parchetto a giocare con i bimbi, un parchetto povero, pieno di bimbi ricchi di sorrisi. Ricordo quando siamo finite in una piazza che sembrava Bari, la stessa piazza - non ricordo il nome - dove anche a Bari vendono e svendono droga di ogni sorte. E anche lì c'erano spacciatori ad un minuto l'uno dall'altro e gente che alle 3 di pomeriggio ci offriva viaggi incredibili. Io e Chiara ci siamo sentite davvero in Europa. Berlino è davvero Europa. Non sto qui a dire che Edimburgo e la Scozia che Brimingham e l'Inghilterra siano il posto d'oro dove tutto funziona benissimo e dove sono tutti santi. No. Assolutamente. A Birmingham poi, non siamo ridicoli. Dico solo che non mi aspettavo una Berlino così. E forse perchè ho visto la parte che nascondiamo ai turisti. Forse perchè non siamo state nelle zone dove tutto deve essere perfetto e controllato. Forse perchè ci siamo perse nella vita vera, nelle zone dove la gente lavora, i bambini vanno a scuola e giocano nei parchi, ci sono i supermercati con le grandi offerte, abbiamo fatto colazione in un panificio con pochi euro, mica in un bar! A me piace così. Quando vado in un Paese nuovo o quando visito una nuova città, evito sempre come la peste le zone turistiche. Non mi piace la confusione, non mi piace la gente che fa cose e vede cose solo perchè si deve fare. A me il Colosseo piace di notte, la sera, sul tardi, zero turisti. Io ed i miei amici a bere una birra in serenità. La Senna è bella la sera, con i ragazzi che suonano e vengono mandati via dalla polizia. Il mercato di Casablanca è bello nel periodo del Ramadan, quando nessuno va in giro. Amsterdam è bella se prendi una bici e te ne vai fuori, nelle campagne, a vedere i campi di tulipani.
Ogni volta che programmo un viaggio, cerco sempre quali sono le cose da vedere e le zone turistiche, così da evitarle o da visitarle di sera, dopo il tramonto, quando le famiglie con i bimbi sono a cena, quando le foto non vengono più bene e quando forse solo gli abitanti del posto escono. 
Venezia, altra grande città che mi ha estremamente deluso, è stata bella di notte. Piazza San Marco, con pure i piccioni a dormire, è bella dopo le 7 di sera. 
Questo però non toglie che esistano posti nel mondo che anche nelle zone più trafficate e con i turisti che sono ossessionati dal selfie giusto più che dal monumento alle spalle, necessitino di essere visti nel caos e in pieno giorno. Parigi, la costosa Parigi, una delle mie capitali europee preferite, merita tantissimo anche di giorno e, lasciatemelo dire, la Tour Eiffel o Eiffel Tower che si voglia, vista di sera con quelle lucine trash è estremamente ridicola! Meglio di giorno, meglio vederla piena di turisti, meglio salirci sopra a piedi con tanta luce e godersi il panorama dall'alto. La stessa Londra, se andassi in giro di sera, sul tardi, nei quartieri "non turistici" ma non credo mica che tornerei a casa tranquilla! L'ultima volta che sono stata a Londra, il mese scorso, a Febbraio, ero in metro verso le 23.30 e Dio solo sa che paura ho avuto! Dio solo sa quanti ubriachi c'erano in giro, il tizio pieno di vomito a chiedermi i soldi sulla metro stessa, davanti a gente incurante che dormiva, leggeva o guardava come se fosse la regola. Alcune città meritano di essere viste solo di giorno, alla luce del sole, con gente in giro ed altre persino viste solo per cartolina o su YouTube. 
Ecco, appunto. Quando guardo su YouTube video di backpackers in giro per il mondo, gente che vive in quei posti dove io magari mai andrei, comunque la voglia di viaggiare resta, anzi torna e più forte di prima mi chiede quando sia l'ora giusta per rifare i bagagli? Io che in questi 5 anni non mi sono fermata un secondo, io che sono stata la ragazza con la valigia sempre pronta ora mi sento un po' messa in panchina e questa panchina non va riscaldata per sempre. Penso proprio che sia arrivato il tempo di preparare lo zaino, magari comprarne uno bello grande da viaggio e partire di nuovo. 
Sai quando il tuo tempo è arrivato, lo capisci e se hai un minimo di amor proprio non ti fai ripetere due volte di alzare il culo e andare.
Io no, non lo faccio. So che il mio tempo qui nel Regno Unito è over, so che ho viaggiato poco negli ultimi due anni e so che l'Europa bene o male l'ho visitata e vissuta. Penso sia arrivato il momento di correre il rischio di lasciarsi andare e ritrovarsi. Penso che partire sia la risposta migliore che posso dare a questa Ilaria piena di vita che un po' si sta allontanando da se stessa. E va bene perdersi, va bene allontanarsi dalla propria esistenza, purchè ci si ritrovi e si ritrovi la propria essenza. 
E io sono pronta a ritrovarmi e a conoscermi, perchè a perdermi, mi sono persa davvero. Più volte nel corso di questi anni. E mi sono ritrovata, ma ho bisogno di ritrovare l'essenza di me.
E non importa quanto lavoro richiederà, quanto dura sarà e quanti sacrifici mi aspettano, io so cosa non voglio, e questo sarà la mia forza. 


martedì 12 marzo 2019

What do we own?

Sono le 6.30 del mattino mentre scrivo, la mia tazza di ginseng a farmi compagnia, fuori la pioggia costante che ha riempito questi 18 mesi qui ad Edimburgo, il mare di fronte a me e la sveglia, l'ennesima, che suona per ricordarmi che inizia un nuovo giorno. Dovrei essere sotto la doccia, dovrei iniziare a prepararmi, inizia un nuovo giorno e anche oggi si lavora. Eppure sono qui a scrivere. Ho sentito la necessità di scrivere, di comunicare le mie emozioni e sensazioni, e allora il resto può aspettare. Sono una di quelle persone che ha imparato a vivere d'istinti, che non si preoccupa di comunicare le proprie emozioni e sono una di quelle rare persone che vive di priorità. Ogni cosa che faccio ha una priorità. Credo molto nel tempo e nella ricchezza e gestione di esso. Io ritengo che l'unica cosa davvero in nostro possesso in questa vita, la nostra vera ed unica ricchezza, sia proprio il tempo. 
The only thing we own in this life is time. So please, do not waste it. 
Siamo i padroni del nostro tempo; è davvero l'unica cosa che possediamo e se non impariamo a gestirlo, se non ne facciamo davvero ciò che vogliamo, priorizzando le nostre esigenze, be' allora davvero questa vita non possiamo dire di averla mai vissuta. Solo chi impara a gestire il proprio tempo, in my own opinion, ha imparato a gestire e valorizzare le sue uniche ricchezze e allora sta davvero vivendo a pieno questa vita.
Ecco perchè ringrazio sempre per il tuo tempo. Ecco perchè ringrazio sempre chi legge il mio blog e chi guarda i miei video o chi mi scrive in privato. Ringrazio sempre per il tempo che mi dedichi. Sempre. Perchè è la cosa più importante che hai, perchè la tua giornata e quindi la tua vita, come la mia e di tutti gli altri, anche quelli che non lo sanno o non lo vogliono capire, è fatta di tempo. E se decidi di dedicare al mio articolo, al mio video, a quella mail che mi stai scrivendo, a quel commento che hai appena postato sotto al mio video o al mio ultimo post su Instagram, il tuo tempo, anche solo 3 o 5 minuti, mi hai dedicato parte della tua vita ed io non posso che esserne riconoscente.
Quando parlano di quality time instead than quantity time io sono d'accordo, io non posso che dire sì, è così!! Non importa quanto tempo passi con qualcuno o a fare qualcosa, è la qualità di tempo che spendi per far qualcosa o con o per qualcuno che fa la differenza. Come diceva Il Piccolo Principe? Hai mai sentito la frase "è il tempo che dedichi alla tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante". E non posso che dire che frase più esplicativa al momento non riesco a trovarla. Solo il tempo che dedicate alle cose e persone che amate rende queste importanti. 
E allora poco importa se arriverò anche oggi in ritardo. Almeno so che ho gestito il mio tempo a modo mio, comunicando, parlando, trasmettendo qualcosa. Scrivere mi fa bene, comunicare mi fa sentire allieneata con il mio sistema e allora va bene così, ho saputo gestire il mio tempo, ne ho fatto ciò che volevo e sto bene così.

Ti invito, oggi come domani e come da oggi poi, a diventare padrone del tuo tempo ed imparare a farne ciò che vuoi. Perchè, credimi, è davvero la tua unica ricchezza. Se pensi che la ricchezza sia basata sui soldi, sappi che sono virtuali. Tutti quei soldi che "vedi" sul tuo conto in banca, non esistono. Ed anche se credi esistano, va bene, te la faccio passare, ma sappi che i soldi finiscono. I soldi vanno e vengono. Mentre il tempo, inesorabile, ribelle, deciso, va e basta. Il tempo perso non lo recuperi. Il tempo non torna. Il tempo che perdi oggi lo hai perso anche domani e per poi. Razionalizza il tuo tempo, fanne tesoro e impara a gestirlo come fosse la tua più grande risorsa. Perchè lo è. It's the only thing you own. 

sabato 9 marzo 2019

Brain

Classica giornata Scozzese qui ad Edimburgo, il sole di carta che finge di disegnarsi in cielo, 4 gradi a far da atmosfera e la pioggia che sta lì pronta a lanciarsi su di noi, insieme all'immancabile vento, che quello, si sa, ad Edimburgo non manca mai. Quando ero a Birmingham mi lamentavo di quanto fosse ventosa la città, ma ringraziavo quel vento perchè riusciva a mantenere le nuvole lontane o solo di passaggio e non pioveva mai così tanto. Qui invece, mistero della fede, nonostante il vento sia sempre presente e possa muovere le case, non si sa come mai, piove sempre. Piove così tanto che potremmo far concorrenza alla Cina se solo piantassero riso anche qui. Ed invece no. Pensano agli haggis, al deep fried mars bar e all'Irn Bru. Ecco forse due di queste cose mi mancheranno quando lascerò la Scozia. Certo, non mi potranno mai mancare come mi mancano gli aperitivi made in Foggia o come mi manca la mia mamma o mi sono mancate le cime di rapa, ma, a modo loro, il vegan haggis e l'Irn Bru mi mancheranno. Ma sono certa che saprò andare avanti. Sono certa che troverò con cosa rimpiazzare questa mancanza.
Rimpiazzare una mancanza. Colmare un vuoto. Ne parlavo con una ragazza qualche tempo fa, su come sia più facile per gente come me, come lei, abituarsi ad una mancanza invece che cercare di colmare quel vuoto. Io, ad esempio, sono una di quelle persone che più che sentire la mancanza di qualcuno o qualcosa, si abitua a quell'assenza, senza problemi. Certo, inizialmente fa male, il colpo lo prendo anche io, ma poi attutisco quel dolore. Quella morsa allo stomaco diventa quasi piacevole, so che sta lì e piano piano, giorno dopo giorno, mi ci abituo. Io riesco ad abituarmi ad un'assenza. Ci sono riuscita molto bene in alcuni casi, in altri invece più che abituarmi a quell'assenza mi tormento con quel dolore. Mi abituo al dolore che un'assenza provoca. E alle volte mi sembra ridicolo, quasi assurdo, come possa essere possibile che se in alcuni casi riesca così tanto ad abituarmi a quel vuoto in altri necessiti di sentirne la presenza. Necessito di sentire quel vuoto per andare avanti. Quel dolore legato a quella mancanza diventa la presenza di cui ho bisogno. E so che non sono la sola. E non chiamiamolo masochismo o cose simili, perchè non stiamo parlando di questo. Stiamo parlando della magia del nostro cervello, di come decida di cosa fare a meno e cosa no, di come decida che tu dimentichi completamente delle cose, quelle magari che tanto hanno fatto male a te o ad altri, di come arbitrariamente decida di gestire il male fatto o ricevuto e della sua potenza e magia al contempo di far in modo che tu riesca ad abituarti ad un'assenza o a tormentarti con essa. Che magia. Che cosa meravigliosa. Vorrei fare degli esempi, per capirci meglio. Per esprimere meglio il concetto, direi.
Vivi la più bella storia d'amore, sei con la persona che credi sia quella giusta, siete lagati da quel patto d'amore che in cuor tuo sai sarà per sempre. Vi amate. Vi amate tanto. Fate progetti, vi fidate l'uno dell'altra, a modo tuo sai che quello è tutto l'amore di cui hai bisogno, sai che non finirà e sai che non potresti mai immaginarti senza quella persona. E poi succede. Succede, per motivi che solo lui sa, che tutto finisca. Che quella persona che tanto era amore per te, decida di lasciarti. E va via. E tutto finisce. E tu stai malissimo. Piangi, ti disperi, non ti capaciti di come possa essere possibile che quella persona che tanto ti faceva vivere come in un sogno, che tanto ti ha fatto credere nell'amore, che tanto ti ha regalato momenti unici, possa essere la stessa persona che ora prende e va via. Non riesci a capire come quel sogno possa ora essere diventato un incubo. E non smetti di credere nell'amore, perchè tu ami quella persona, ma non riesci neanche ad accettare che non sia anche per quella persona così. E allora ci provi ad andare avanti, cresci, incontri altri amori, ma quella mancanza sta sempre lì. Nelle notti più intense lui ritorna sempre. L'idea di quella persona che la tua mente ha costruito torna e ti tormenta. E anche quando vivi nuovi amori e sono intensi, tu hai sempre bisogno di sentire quel dolore legato alla mancanza di quell'amore che non esiste più. Che quella persona ha spezzato e che tu sei stata costretta ad accettare. E ora convivi con quell'assenza, ma non ti abitui. Ti abitui invece, e cerchi, il vuoto che ti ha lasciato quel grande, intenso, per te infinito amore. Ed anche quando vedi quella persona andare avanti, farsi una vita, farsi un nuovo amore - anche farsi mezza Italia ma non più te! - anche quando vedi che quella persona di te ha saputo farne forse solo un ricordo, non riesci a fare lo stesso. Il ricordo, l'idea che hai tu costruito di quella persona, manca, fa ancora male e per quanto tu voglia mettere da parte questo dolore, in realtà ti sei così abituata a sentirlo forte e solenne che piuttosto che abituarti a quell'assenza, il tuo cervello decide che sia più giusto abituarsi al vuoto.
Però poi sei la stessa persona, esempio numero due, che per circostanze che non interessano al momento, si è abituata all'assenza di uno dei genitori. Che ne so, alla mamma che non c'è più o al papà che ha preso ed è andato via, una bella domenica di non so quale mese di qualche anno fa. Ecco vedi che magia risiede in quel dannato cervello? Lui, il signor cervello, ha deciso che un amore giovane che per quanto intenso possa essere resta un amore giovane, faccia più male e tormenti di più dell'assenza di una delle due persone che ti ha messo al mondo in questa vita e che non si sa per quale assurda legge debba invece necessariamente essere presente nella tua vita. Giovane o no che tu sia ha più senso che la figura della mamma o del papà di turno che non ci sono più faccia più male di quel fidanzato o fidanzata o moglie e marito di turno. Secondo le leggi di non si sa chi. Però il tuo cervello se ne frega. E dice a te che quell'amore vano debba farti soffrire anche a distanza di anni e tormentarti e che invece tu possa serenamente abituarti alla famiglia monoparentale ed annullare per sempre persino i ricordi legati a chi ti ha messo al mondo. 
Ora ditemi voi se questa non è pura magia. Ditemi voi se non sia l'organo più interessante del nostro corpo! Ditemi voi se tutto questo non mandi in confusione?
L'esempio più grande che possa fare è quello di Cogne. La storia del delitto la sapete tutti e la ricordate tutti, la ricordo anche io che sono andata via dall'Italia nel 2014, quindi non vedo perchè non la ricordiate anche voi. La ricordi, vero? Bene, allora andiamo avanti.
Se pensiamo a tutte le cose che i vari tg hanno detto, era - sempre secondo quello che la signora cattiva maestra televisione ha detto ai tempi - praticamente impossibile che un estraneo entrasse in casa e uccidesse il piccolo in così poco tempo senza lasciare tracce e senza apparentemente un movente. Non stiamo qui a riaprire il caso o a dire la nostra, io personalmente non ne ho le competenze tecniche e nemmeno conosco bene il caso, ma mi concentro e chiedo a te, a voi, di fare lo stesso, sul fattore cervello. Se quella donna quella mattina avesse fatto ciò di cui è accusata, ma chi ci può garantire che non sia onesta quando dice che non è stata lei perchè non ne ha memoria? Se il mio cervello può cancellare il ricordo e il dolore del genitore che manca e colmare la sua assenza senza problema alcuno, perchè il suo cervello non può esser stato libero di fare lo stesso? Perchè non possiamo credere che il signor cervello abbia preso e rimosso quel dolore per protezione?
Ripeto, non siamo qui ad accusare o scagionare nessuno, chi mi legge sa bene che io parlo di cose e ci sono messaggi che non arrivano - well, non a tutti e meno male! - siamo qui a riflettere sull'assenza. Sul come sia facile abituarsi ad un'assenza e come sia anche possibile abituarsi al dolore che l'assenza stessa crea.

Potrei scirvere per ore dell'argomento senza arrivare a conclusione alcuna, perchè non è mia intenzione arrivare ad una conclusione. La mia idea era quella di parlare dell'assenza e di come io possa essere, come te ed altri, capace di abituarmi ad un'assenza e vivere benissmo senza questa cosa o quella persona, ma come io sia anche la stessa persona che non può invece rendere un'assenza nulla ma che necessita del dolore di quel vuoto. 

Che magia, signor cervello. 

venerdì 1 marzo 2019

I nuovi 13

Ho scritto e cancellato questo articolo più volte. Una volta volevo parlare di quanto la situazione metereologica qui ad Edimburgo sia pessima, poi mi sono detta che forse avrei dovuto parlare di altro e ora mi ritrovo qui a scrivere di cosa ho scritto mentre non so di cosa scrivere. 
E da qui, proprio mentre scrivo "E da qui," nasce l'idea di parlare di quanto fosse bello se anche nella vita vera potessimo scrivere una cosa e poi cancellarla e dire No aspetta, ricominciamo. Così, infinite volte. Scrivi, leggi, non ti piace, cancelli e ricominci e nessuno saprà mai di cosa hai parlato. End of story. Pensa se fosse possibile!? Inizi un progetto, poi cambi idea, cancelli con un tasto solo e via, riparti. Se così fosse, penso che saremmo ancora più confusi. Dici di no? Pensi sia bello poter fare, dire, scrivere di tutto e poi annullare tutto con un click? Io penso che andresti in confusione. Saresti più fuso di ora. Credimi.
Pensa solo, che ne so, alla scelta universitaria. Inizi, che ne so, Criminologia, ok? E inizi le lezioni, fai i primi esami e poi ti dici che magari dovevi fare altro. Ti chiedi se non avesse avuto più senso magari studiare Scienze di qualcosa e allora prendi, schiacci CANC e hai cancellato le lezioni e gli esami di Criminologia e sei passato ad altro. Andresti avanti così all'infinito, credimi. E perderesti un sacco di tempo. Ho capito, nel corso degli anni, che ciò che ci rende indecisi, insicuri ed insoddisfatti è il potere di aver sempre la possibilità di scegliere. Abbiamo troppe offerte e abbiamo tutti la possibilità di scegliere. Ed il fatto che si possa sempre scegliere ci crea confusione e ci fa sentire persi, incompleti ed insicuri. Pensa se non esistessero le facoltà universitarie. Pensa se si potesse studiare solo una cosa e tutti studiavamo la stessa identica cosa. Lo so, sarebbe una palla mortale e lo so che chiunque ora potrebbe fare il discorso della diversità etc ma il punto non è quello. Il punto è portarvi a riflettere sul fatto che l'avere la possibiltà di scelta rende confusi ed insicuri e che se non ci fosse possibilità di scelta, per quanto sarebbe una palla, un sistema corrotto che mal funziona etc, saremmo più sereni. 
Certo, non che io creda che in questo sistema abbiamo davvero piena libertà e capacità di scegliere, però almeno riescono a farci credere - per lo meno alla maggior parte di noi, quelli ad esempio che non leggono questo articolo o quelli che lo leggono e non lo capiscono - che siamo liberi, liberi di scegliere.
Poi però non è così. 
Tu mica hai scelto di essere cattolico? Mica hai scelto di avere un nome? Per caso qualcuno ti ha chiesto se andare a scuola era ciò che volevi? Tu nasci, i tuoi genitori sono costretti - anche se pensano siano liberi di - a darti un nome e dopo pochi mesi tadan viene celebrato il tuo battesimo e tu sei un bambino cattolico con un nome, con una fede ed un etichetta. Label. Ti mettono un label da subito. Poi cresci e devi andare a scuola. Devi. Mica lo scegli. Si chiama persino scuola dell'obbligo. The clue is in the name. Una scuola obbligata mica è una scuola scelta! Ma io ho scelto a che scuola andare. Ah sì? Cioè tu a 5 o 6 anni hai davvero scelto se andare o non andare a scuola? Davvero credi che aver scelto la scuola Giacomo Leopardi invece della scuola che ne so, San Giovanni Bosco abbia fatto di te la persona che liberamente ha scelto se frequentare o no la scuola dell'OBBLIGO?
Bene, allora il mio discorso, la nostra conversazione, finisce qui. Perchè non posso andare oltre con te. Perchè tu sei quel bambino che sceglie. Tu sei il prototipo perfetto di questa società e non posso darti torto. Bravo, tu hai ragione ed io no, tu sei libero di scegliere. Hai vinto.

Se invece tu segui il mio discorso, sei quel bambino che dice Cazzo ma io davvero sono una povera pedina! Ma io allora in tutto questo tempo non sono mai stato padrone di scegliere? 
Bene, allora io e te siamo on the same page. Con te posso continuare. 
Noi possiamo insieme capire che anche quando siamo lì a farci mille domande e ci chiediamo ma se facessi così invece e se dicessi questo ma aspetta se potessi quest'altro, in realtà 1 ci stiamo confondendo perchè lo scegliere ci rende persi e 2 ci stiamo persino illudendo che abbiamo una scelta.
Lo so, mi stai dando della pazza. Lo so, leggi questo articolo e pensi che io sia sotto effetto di droghe. Ebbene ti stupirò, non sono io quella che sta sparando minchiate, non sono io quella che dice cose assurde. Perchè lì fuori ci sono almeno altre 3/5 persone che invece pensano le stesse cose che penso io. Tu, ad esempio, so che stai leggendo questo articolo e due domande te le stai facendo. Ti senti anche coinvolto dal discorso e ti dici Ma che ca.. Ma ha ragione! E a me, detto con la più serena onestà, non interessa che tu mi dia ragione, a me interessa sapere che se esisto io che penso queste cose ed esisti tu che le pensi con me ed esistono almeno altri 11 nel mondo che la pensano come noi, perchè ci riduciamo a questo articolo su questo blog sconosciuto? Perchè non siamo lì fuori a dirlo a tutti e a cercare di aprire anche agli altri le idee?
Per quel motivo che ti dicevo. Perchè se davvero potessimo scegliere saremmo tutti e 13 - io, tu e agli altri 11 - insieme a pensare e dirci queste cose. Perchè se scegliere fosse un'opzione reale e se non ci mandasse in confusione, saremmo non solo in 13.
Il mio problema più grande con la scrittura è che non sono brava nei finali. Avrei dovuto pensare un finale ad effetto che rendesse il primo coglione di turno libero di scrivere le sue quattro cazzate qui sotto e te, e quelli come me e te, confusi e con l'ansia di realizzare che Cazzo, noi della vita abbiamo davvero capito di non aver capito! E invece no. Sono qui bloccata ancora sullo stesso punto, ora premo CANC e anche questo bel discorso etico sparisce.
Però sai che ti dico? Per me, finisce come se avessi premuto Delete e avessi cancellato tutto questo e mi sarei fatta il discorsetto delle 9 del mattino da sola, tra me e me. Con la mia tazza di ginseng mentre rifletto sul senso della vita. 
Per tua fortuna - o sfortuna perchè se ti ho messo in confusione magari pensi che hai avuto la sfortuna di leggere tutto questo proprio oggi che eri così sicuro di questo o quello - non sto premendo Canc e puoi leggere questo articolo e lasciare il tuo finale. Se sei il bambino libero che ha capito tutto, risparmiatelo, perchè come non puoi capire me io non posso capire te e le tue certezze e la tua sicurezza e libertà. Se sei l'altro bambino, quello che sta in confusione come me e che sa che siamo vittime di un sistema che ci manipola fin dal day 1, scrivilo tu il finale per me, te, noi. Che io, sono della teroia che premere CANC e chiudere tutto avrebbe avuto più senso. Mi sarei illusa che sono libera di pensare certe cose e di credere che lì fuori siamo in 13 con le stesse idee.