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giovedì 23 maggio 2019

Mezzodì


Oggi è un giorno buono, uno di quei giorni dove ti siedi sul balcone di tua mamma e c’è il sole. Sei a mezze maniche e aspetti quel leggero venticello di mezzodì che porta anche via il sole dal balcone. E lo sposta sul tuo di balcone, dall’altro lato della casa. Ma tu su quel balcone non ci vai mai. Preferisci il balcone di mamma. Con le piante, i vasi, il sole solo la mattina, il cestello che mamma ha costruito per calare le cose da su a giù e viceversa, come si faceva un tempo. Ma non lo facciamo mai. Facciamo le scale ogni volta che serve qualcosa o anche peggio, mi lanci le chiavi dal balcone? E sbam. Ti piovono le chiavi in testa. Quando avresti potuto usare quel cestello che ormai è lì sul balcone solo a prender pioggia e polvere e sole. E poi c’è il barattolo vuoto della Nutella, lì nell’angolino del balcone di mamma. Dentro tutte le cicche di sigarette fumate. Tutte raccolte nel barattolo della Nutella. Cara Ferrero, questo fanno i tuoi barattoli a casa mia. La mamma li ricicla per farci un raccoglitore di cicche di sigarette.
E poi ci sono le due cassette di plastica che un tempo erano piene di bottiglie, sai le bottiglie di vetro? Sai che vengono tutte raccolte in una grande, come dire, cassetta di plastica? Le cascitelle si chiamano qui. Ebbene, ce ne sono due sul balcone della mia mamma. Le ha riciclate, anche queste, per farci delle sedie, degli sgabelletti direi, su cui sedersi. E ti siedi e guardi la strada sotto o la scuola di fronte, o leggi un libro o ti racconti i segreti e le storie di vita come facciamo io e la mamma. O fumi la tua sigaretta, come fa la mamma la sera prima di andare a letto. E oggi sono seduta io su uno di questi magici sgabelletti riciclati. La cascitella che un tempo era verde bottiglia e che ora è verde insabbiato è la mia sedia. Ed ho il pc sulle gambe. E scrivo. Scrivo di questo balcone, con il barattolo Nutella accanto a me pieno di cicche di sigarette, di mozziconi spenti, e con il cestello con dentro la sua corda.
I ragazzi della scuola media Alfieri seguono distratti la lezione di una professoressa che gesticola. Mamma mia e se non gesticola! Tutto un muoversi di mani e braccia. Non so, magari parla di Geografia. E dice a questi ragazzi dell’Asia o dell’Australia o magari insegna arte e parla di Picasso o di Caravaggio. Non lo sapremo mai. Perchè le finestre della scuola sono chiuse.
Gli alberi si muovono con il venticello dolce che ha portato via il sole dall’altro lato del palazzo in cui siamo.
E io sono sempre qui che scrivo, con il mio pc sulle gambe, la mia maschera all’argilla sul viso, la pianta di rosmarino di fronte a me, i vasi con i fiori, e le piantine di mio fratello dall’altro lato.
Nella mia famiglia o sei artista o sei pollice verde. La mia mamma può fare entrambe le cose, può essere artista con le sue invenzioni e le sue cascitelle e la sua arte del riciclo e può essere anche pollice verde, con il suo rosmarino e le sue rose e le piantine che salva; io sono l’artista e mio fratello invece cura le piante.  Noi facciamo una cosa a testa.
E niente, questa è la mia famiglia. E oggi ne parlo su questo balcone. Senza più il sole, ma con il venticello dolce che mi dice che siamo arrivati a mezzogiorno.

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