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lunedì 13 ottobre 2014

Apriamo i nostri cassetti

Ed eccoci qui, nuovo lunedì, nuova settimana, nuovi propositi. Questa volta rispetterò il buon proposito di qualche settimana fa: aggiornarvi sulla mia partenza imminente. Credo sia abbastanza evidente come l'unica cosa degna di nota in questo ultimo periodo sia la mia tesi e difatti è l'unico motivo per cui ho ancora le tende montate in questo caldo Sud Italia che promette e non mantiene, in questa città che mi ha dato i natali ma mi ha tolto i regali, in questo paese che parla di giovani ma non li ascolta. Laurearmi non è il sogno di una vita, non è la speranza di avere un futuro o un lavoro più dignitoso di quello che avevo, è solo un restare qui per chiudere il cerchio. Sono il tipo di persona che se inizia un percorso deve portarlo a termine e laurearmi lo devo alla vecchia Lari che tanto ci credeva in questo percorso e che oggi ne esce delusa, ma con nuove idee. Così se portare a termini gli studi segna la chiusura di un percorso è bene e giusto che pensi ad iniziarne un altro. Qui il lavoro bisogna un po' inventarselo e io sono stanca dei soliti contrattini a tempo determinato che per pochi mesi ti garantiscono una minima entrata di scarsi 600 euro e poi tutti a casa ad aspettare. Aspettare cosa? Io non sono il tipo che sa stare con le mani in mano per troppo tempo. Un po' perchè alle spalle non ho il papy che paga questo e quello e un po' perchè fin da piccola ho sempre cercato di essere indipendente, mi sono sempre rimboccata le maniche e mi sono data da fare, ora come baby sitter, ora come barista, ora come cameriera, commessa e chi più ne ha più ne metta fino a quando non ho trovato un lavoro più o meno stabile che mi ha permesso per tre anni consecutivi di pagare le tasse accademiche, le spese scolastiche, la pizza il sabato sera con le amiche, la benzina, la felpa nuova, le visite mediche etc etc. Poi mi sono vista da fuori ed ero una ragazza di 24 anni che si ammazzava di lavoro e stress. Le mie giornate? Lezione in accademia dalle 9 alle 13 pranzo a casa molto veloce, alle 15 al lavoro fino alle 23 e quando staccavo l'unica cosa che volevo era il letto di casa mia. In questa solita routine ho trovato il tempo per dare tutti gli esami, seguire le lezioni, coltivare amicizie, avere una mezza vita sociale e trovarmi persino un fidanzato. Ne sono uscita stremata e ho deciso che era arrivato il momento di chiedersi se fosse questa la vita che faceva per me. Così mi sono guardata dentro e mi sono detta tante cose, la prima era senza dubbio che dovevo staccare con tutto questo e prendermi del tempo per me stessa, tempo che forse non mi sono mai concessa, visto che io mezzo minuto ferma proprio non ci so stare. Così, decisa a terminare gli studi senza doverli sacrificare ad un lavoro part time che non mi garantiva un futuro, mi sono licenziata e ho dato tutta me stessa allo studio, dando 6 esami in un'unica sessione, quella estiva e poi sono passata al progetto tesi e finalmente a fine mese sarò un grafico. E poi? Che ne sarà di me? Ho deciso di prendere e lasciare tutto, perchè ora voglio solo stare bene. Il mio sogno, da sempre, era vivere un'esperienza all'estero. Trasferirsi all'estero è uno degli argomenti in voga in questo periodo ed io rientro tra quei tantissimi, troppi forse, giovani che stanno per lasciare il nostro paese. La mia meta? Il Regno Unito. Così, tolto il pensiero della tesi, non mi resta che poter finalmente chiudere la valigia e spiccare il volo. Non crediate che serva chissà cosa per farlo, basta aprire il cassetto e far uscire i nostri sogni. Fatelo. I sogni non sono fatti per restare chiusi in quei maledetti cassetti. 

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